RandoDolomitics

RANDOLOMITICS è nata da un’idea di Maurizio Barbolini, quasi per scherzo nel 2010, folgorato da questo mondo dopo aver partecipato alla mia randonnèe,la mitica, unica V.R.V. il portale per il mondo rando.
Quando ho partorito la V.R.V. questo messaggio volevo trasmettere e devo dire con grande soddisfazione che il risultato è stato centrato in pieno, molti randagi hanno cominciato grazie alle V.R.V.
Tre i percorsi della Dolomitics ("EASY", “FIEMME e “DOLOMITI”) che attraverseranno i passi più famosi del paradiso roccia rosa Dolomitico 

EASY Lunghezza: 117 km Dislivello: 4.200 metri 

FIEMME Lunghezza: 225 km Dislivello: 7.000 metri 

DOLOMITI Lunghezza: 461 km Dislivello: 14.200 metri 

Naturalmente la mia anima parcheggia sempre verso l'oltre dove il contatto, la fatica, l'emozione prolunga l'infinito essere....via per la DOLOMITICA.
Sono pronto e appena uscito dalla GranLesssina , un grande sforzo come organizzatore per raggiungere le anime più disparate del mondo ciclistico, b.d.c e m.t.b. e portarle al pedalare da amatore per divertimento e poesia, senza l'assillo del primeggiare.
Ripagato in parte da questa avventura, ma va bene cosi ci vuole tempo, il ciclista italiano ha ancora molto agonismo nel suo essere, ma sono fiducioso, credo che sia la via giusta.
Ora mi sto preparando per la p.b.p. come coach accompagnando la mitica Loretta nella grande impresa.
Lei oggi è qua con me per raggiungere un'altro confine del suo oltre, percorso Fiemme....mai andata cosi lontano come altimetria, sono fiducioso e sicuro che saprà cogliere l'attimo e farlo suo.
Ore 6 tutto pronto  una giornata limpidissima davanti a noi e il gran caldo di questo Luglio 2015 che attanaglia il respiro.
Visto il clima mite e le previsioni meteo ok opto x un assetto da corsa, il minimo x superare le temperature previste notturne ad alta quota 10 gradi, l'esperienza è tanta e l'orso che c'è in me non teme confini. La bici....dalla GranLessinia ho trovato una collaborazione con una grande azienda la Focus Italia, prima mi ha fatto da sponsor nella rando e poi aiutato come atleta fornendomi i mezzi per correre, un bel ammortizzatore per un semplice operaio, GRAZIE FOCUS.
Il caval de fero sotto mia richiesta di questa cavalcata sarà la Focus Cayo 3.0 disc...siiii con freni a disco, il mio sogno si è realizzato dopo i grossi problemi avuti alla dolomitica race dell'anno scorso, dove nelle ultime discese a forza di frenare avevo talmente snervate le braccia  che dovevo continuamente fermarmi.
Anche sto giro mi è stata consegnata due giorni prima della rando...non ho problemi tutto ciò mi stimola e aggiunge adrenalina all'attimo Dolomitico.
Un giro di 70 km il giorno prima per testarla e via per Tesero.

Via si parte, una 90°di anime sparse in tre percorsi immersi nel parco Dolomitico.
I primi 50 km come volontà di Maruzio si fanno tutti assieme, dunque fino sopra il Valles prima passo "ciacolando", da sopra il Valles i tre percorsi si dividono, ognuno sulla propria via a catturare l'infinito.


1. Passo Valles 

Il passo inizia appena dopo il parco naturale di Paneveggio e dopo aver affrontato la prima salita che porta dall'abitato di Predazzo al bivio Valles/Rolle attraversando appunto il Parco Naturale di Paneveggio.




Eccoci sopra, baci abbracci e ....il valzer inizia, giù in picchiata verso il S. Pellegrino 

 2. Passo San Pellegrino
I
Il tratto finale del versante bellunese del passo San Pellegrino se pur breve è molto impegnativo, con pendenze che arrivano fino al 18%. Dopo la discesa del passo Valles dovremmo utilizzare tutti i nostri rapporti a disposizione per affrontare appunto i 3 km con pendenze al 18%. I km complessivi fino al passo sono 6 e nella parte conclusiva le pendenze, molto più pedalabili, ci consentiranno di godere la vista delle dolomiti verso la Val di Fassa.




Mi trovo davanti con l'amico  fakiro Max e Patrick un giovane Meranese , si scollina assieme e giù in picchiata verso il 

3. Passo Pordoi:
La salita è lunga circa 12 km per un dislivello di circa 800 mt, non presenta mai tratti impossibili, la pendenza media si può considerare intorno al 6%. I primi 5 km di strada sono comuni sia al Passo Sella (2244 m) che al Pordoi; La salita vera e propria inizia una volta superata la chiesetta di San Floriano, si abbandona il centro abitato e per un paio di chilometri la strada sale dolcemente per 8 tornanti terminati questi 8 tornanti la strada spiana leggermente per circa un chilometro, diventando rettilinea; terminato questo tratto rettilineo la strada riprende poi a risalire senza pendenze eccessive e si incontrano di nuovo 2 tornanti che ci conducono fino ad un altro tratto pianeggiante dove sulla sinistra c'è il rifugio Lupo Bianco costeggiato da un laghetto. Siamo a circa un terzo della salita. Superato il rifugio la strada riprende a salire con altri 4 tornanti per circa un chilometro, fino a quando si raggiunge un bivio sulla destra, proseguendo sulla SR 48, si sale verso il Passo Pordoi, mentre a sinistra la SS 242 conduce al Passo Sella. Proseguendo quindi verso il Pordoi la strada prosegue nel bosco per circa 2 km senza presentare tratti impegnativi, ma la mancanza di riferimenti può rendere questo tratto molto difficoltoso soprattutto a livello mentale, visto che come detto in precedenza le pendenze non sono eccessive. Si giunge quindi in località Pecol (1926 m), dove è posta la partenza della funivia che porta sul Belvedere, ed un tornante che curva a sinistra) pone fine al lungo tratto rettilineo mera illusione, davanti a noi si prospetta infatti un tratto di circa 1500m sempre rettilinei e senza punti di riferimento tornante verso destra ci porta agli ultimi 3 km di salita caratterizzati da ben 12 tornanti. Lentamente il bosco lascia spazio ai prati e in breve si arriva agli ultimi sforzi con 100mt di dislivello che mancano al passo. 

Le gambe girano a meraviglia e la bici va benissimo, con il 52/11 in discesa riesco a pedalare e il ritmo resta alto, a tal punto che Patrick molla e prosegue al proprio passo, Max si limita a limare.
Sono talmente abituato a  pedalare da solo o da coach che  preferisco tirarmelo tutto  io il falsopiano che  porta al Pordoi.
Passo regolare e si arriva alla cima...via a tutta verso il 

4. Passo Fedaia:
Il punto di partenza del passo è Rocca Pietore che si raggiunge dopo aver attraversato i paesi di Livinallongo e Saviner. Dopo Rocca Pietore la salita rimane pedalabile per 2,8 Km, a parte uno strappo di 300 metri, seguito da una brevissima discesa. A 2,3 Km da Rocca, si raggiunge la località Plan. Valicato il torrente Pettorina, in 1,4 Km si raggiunge la Malga Ciapela. Incomincia adesso il lato "cattivo" della salita, quello che ha reso celebre quest’ascesa: 0,9 Km al 12,1% per raggiungere la Baita Dovich, 1,9 Km al 11,2% per arrivare alla Capanna Bill. A rendere impegnativo questo tratto non è soltanto la pendenza ma anche l’assoluta mancanza di curve: tra Malga Ciapela e la Capanna Bill c’è un interminabile rettilineo, dove, tra l’altro, si tocca la pendenza massima del 18%, raggiunta appena prima di giungere alla Capanna. Dopo la Capanna Bill, la strada cambia improvvisamente direzione e tipologia, salendo a tornanti verso il Fedaia. Non cambiano, però, le pendenze, che rimangono elevate anche in questo tratto: fino alla vetta ci sono 2,5 Km di strada, caratterizzati da una pendenza media del 11% e da una punta del 15%, testimoniata da un pannello stradale, raggiunta a circa 200 metri della vetta. 200 metri che vi consentiranno di godere la conquista del Fedaia, la pendenza del tratto finale è di "solo" 6% e vi sembrerà di pedalare in pianura dopo le terribili inclinazioni finora affrontate.

Timbro ai piedi della salita e su dritti verso Malga Ciapela, un rettilineo che ammazza stecchiti, ore più calde e pendenze doppia cifra mi fanno dubitare di quel 36 montato davanti e difatti mi impianto come suol dire !!! mi manca un dente e subisco l'ultimo  tratto, ma Max fa  peggio , comincia a zigzagare e lentamente perde terreno. Arrivo sopra stremato e dubbioso , Max ritarda e così decido di partire lentamente godendomi tutto il lago.

5. Passo Sella:
L’ascesa al passo Sella misura poco più di undici chilometri, di cui i primi cinque e mezzo, da Canazei fino al bivio che sancisce la divisione dei percorsi, in comune con la strada per il Pordoi che abbiamo percorso poche ore prima. La salita inizia con una prima rampa che porta rapidamente al di sopra del centro abitato di Canazei, con una suggestiva visuale della valle sottostante; ma in corrispondenza del primo tornante a sinistra, subito dopo, ci si immette all’interno del bosco.
La strada, ampia e sinuosa, è fiancheggiata dagli alberi e perciò quasi sempre ombreggiata. Le pendenze si mantengono regolari, mai ostiche; e tuttavia nella loro regolarità richiedono pur sempre un impegno continuo, attento, dosato, soprattutto dopo i primi due chilometri, quando diventano più consistenti (intorno al 7-8 %, ma con frequenti tratti di recupero).
In prossimità del bivio per il Pordoi la strada presenta un’impennata sensibile, che si prolunga, con pendenze superiori all’8%, per oltre un chilometro dopo aver superato il bivio il Sella si annuncia con un paio di tornanti secchi, ravvicinati e piuttosto ripidi. E difatti così è.
Dopo una breve spianata in corrispondenza del rifugio Monti Pallidi incomincia la parte difficile. A partire dal settimo chilometro, le pendenze si assestano sull’8% di media, con punte anche più aspre, e la strada sale ripida e dritta sotto enormi pareti di roccia a strapiombo.
Fino al decimo chilometro la salita si mantiene dura, con pendenze che oscillano tra l’8 e il 10%, senza concedere grandi opportunità di recupero; solo i tornanti consentono di rifiatare appena.
Con gli ultimi chilometri la montagna si scopre e i tornanti si fanno sempre più ravvicinati: è il segno che la salita sta per terminare.
La parte finale è spettacolare: gli ultimi tornanti, che pure incattiviscono con brusche impennate, si spalancano su uno scenario impressionante, completamente aperto, in cui l’orizzonte è dominato in ogni direzione dalle creste rocciose delle montagne.

Ecco Max...almeno credevo !!! senza voltarmi ricomincio a menare...Canazei destra eeee....caz.. non è Max ma una coppia di Sloveni con chiare idee di sana sfida con Musseu, un timido sorriso tra noi, qualche cenno di inglese  per saluti e via su per il Sella.
Pochi metri e si staccano...ma!!! io proseguo tranquillo al mio passo, in lontananza davanti a me vedo una sagoma che conosco troppo bene, "nooo non ci posso credere il fondoschiena di Loretta" a passo soft  mi avvicino e..."ciaooooo" lei "noooo non ci posso credere" un attimo due parole un sorriso e la sagoma si allontana, oggi non sono coach e ognuno segue il silenzio dei propri passi. Ciao Loretta ti vedo bene...avanti tutta :) ( avevo già  fatto 50  km in più )
Passo Sella mi fermo x riempire le borracce e bisogni, esco dal bar e ritrovo i Sloveni, uno dei due è al gancio, l'altro è un missile :)
Poca discesa e su per il cavalcavia che porta al 

6. Passo Gardena:
Il passo Gardena affrontato dal versante della Randolomitics, il versante da Plan de Gralba è un passo "di passaggio". Pochi i chilometri di ascesa con pendenze mai aspre, sarà un passo nel quale potremmo apprezzare a pieno la bellezza delle Dolomiti approfittando magari in questi chilometri a riorganizzare la bici. Un terzo della rando è concluso ed al controllo dove troveremo il "bag drop" (se richiesto) manca ancora molto.  



Giù in picchiata da solo verso La villa, la bici in discesa è grandiosa scendo con le  moto e faccio spettacolo.
Arrivo a Corvara..timbro caffè , La Villa e 

 7. Passo Valparola:
Il punto di partenza del paese di La Villa già lascia intuire i grandi spazi di cui è generosa la salita al Passo di Valparola con cui si oltrepassano i confini di regione e di lingua. Appena partiti dal bivio, ci si lancia in una breve discesa con cui si guadagna la velocità per superare agilmente e in doppia curva il ponte sul torrente Gadera e affrontare con un po' di slancio i primi due tornanti della frazione di Cianins. 
Dopo questo breve tratto, con pendenze intorno all'8%, la strada punta verso l'anfiteatro di cime dolomitiche che stringono il Passo di Valparola. Dopo il primo chilometro, il percorso diventa più morbido (3-4%) snodandosi attraverso ampi prati e pittoresche abitazioni badiote disseminate sui pendii. 

Dopo altri 2,5 Km si raggiunge il paese di San Cassiano che è possibile superare attraversando il centro chiuso al traffico automobilistico o vincendo la veloce bretella a ovest (tratto centrale al 3,6 %) cui segue un breve tratto al 7% con cui si guadagnano le ampie distese a monte del paese. Di qui poche dolci curve seguite da lunghi tratti rettilinei consentono di passare a fianco dello storico Hotel Armentarola (5,3 Km dalla partenza) noto per la sua invidiabile e soleggiata posizione, avvicinandosi, con pedalata leggera e lunga, alle crode delle Conturines, del Sasso della Stria e del Setsass. Un lungo ponte quasi pianeggiante consente di attraversare il greto desertico del Sarè fino all'omonimo camping sulla sinistra. Appena superato il campeggio la strada affronta la curva che con pendenza di nuovo crescente punta al primo tornante del passo (7%). La pendenza si mantiene costante fino al 4° tornante e i rastremati abeti della profonda foresta lungo la strada assicurano un utile ombreggiamento, pur regalando grandi scorci su quasi tutta la Val Badia. A nord l'enorme parete del Bandierac e delle Conturines sminuisce lo sforzo delle pedalate ma la luce che proviene dall'ampio varco della meta regala soddisfazione per la quota che in questo tratto si guadagna a vista d'occhio. In corrispondenza del confine la strada si mantiene a sud e riduce brevemente la pendenza al 4-5% per poi riprendere ad arrampicarsi al 8-9% fino poco oltre la cappella dei caduti (Cortina di Soldàs, 2.016). Dopo un altro chilometro, si attaccano i 4 tornanti finali che, con pendenze intorno al 7-8% e qualche strappo al 12%, si districano tra grandi massi franati e un paesaggio sempre più lunare, fino a quando, con pendenza progressivamente decrescente (4-5%), si raggiunge la sommità del passo di Valparola. 

Le gambe girano, non da  grandi velocità, ma girano, la  macchina Musseu sta benissimo anche se quel rapporto in meno mi disturba e cuoce :).
I ricordi settembrini 2014 affiorano a pelle e so cosa mi aspetta adesso il mitico

8. Passo Giau:
Si tratta di uno dei passi leggendari del Giro d'Italia, il versante ampezzano è lungo 8,6 Km con una pendenza media dell 8,3%, pur non essendo il versante difficile del passo risulta essere molto impegnativo in quanto la pendenza media è falsata da alcuni facili tratti iniziali, mentre nella parte centrale e finale è molto dura e costante.




Caldo bestiale e cucinato medio arranco lungo le rampe Giau, ma ci pensano loro i Sloveni a dare vigore, superandomi in un tratto dove mi ero fermato a chiedere acqua ad una graziosa fanciulla, dopo pochi km per lo stesso motivo passo io e scollino da solo.
Timbro e divertimento puro in discesa fino a

9. Forcella Staulanza:
Il Passo viene affrontato dal versante settentrionale, si comincia da Selva di Cadore (1335m) dopo un bello strappo iniziale, si procede in moderata ascesa, lungo la valle del torrente Fiorentina superando le sparse frazioni di Costa, Toffol e S.Fosca; dopo Pescul (1415m) la salita diventa molto severa e si snoda alla testata della valle con pendenze anche superiori al 15%, fino a raggiungere il passo.


Passo non duro e si scollina tranquilli, dando respiro ai muscoli, alé picchiata verso il 

10. Passo Duran:
Arrivati a Dont, frazione di Zoldo Alto si imbocca la stretta strada asfaltata che attraversa il torrente Maè e sale ripidissima con pendenze fino al 15% nella stretta valle superando la frazione di Cordelle. Dopo Gavaz (1189m) si procede con salita moderata fino a Chiesa (1246m), dove si affronta il duro tratto conclusivo che conduce al valico fino ai 1618 mt del Passo.



Questo passo lo ricordo bene, mi ha fatto male alla Dolomitica, la gamba gira e conoscendolo ho centellinato ogni mio passo fino alla vetta, ormai è sera e come tabella si arriva all'unico controllo ad Agordo, dove c'è anche il BAG DROP.
Ad attendermi l'amico Michael con truppa, cambio abiti, scorta cibo e chiedo se è possibile avere un bel piatto di pasta :)  
Gentilissimi mi invitano nell'attesa a fare una bella doccia rinfrescante, un piccolo stacco ci vuole, mezz'oretta di relax in tutto, nel frattempo hanno fatto ora arrivare i Sloveni e ripartire...bella coppia, simpatici e solari e un bel stimolo per me come punto di riferimento notturno :)-
Forcelle Aurine e passo Cereda mangiati in un boccone con la magica notte a farmi da cornice, spettacolo allo stato puro, immerso nelle dolomiti nel silenzio totale io e madre natura a danzare questo valzer dolomitico.

11. Forcelle Aurine:
La salita da Agordo non presenta grosse asperità se non nel tratto in prossimità di Forcella Aurine, 1300 mt slm,in cui la pendenza raggiunge anche il 10%. Meraviglioso il paesaggio che si incontra in prossimita dell' abitato di Villa Sant'Andrea, con vista sulle Pale di San Martino e, di fronte, sul gruppo del Sagron e dei monti del Sole.Successivamente, attraversando la Valle del Mis, si incontra un luogo di importante interesse paesaggistico e la pace che si respira in questi luoghi meritano una pedalata silenziosa per per ammirare le gallerie scavate nella roccia, i canaloni e le balze generati dal secolare scorrere del torrente in fondovalle.

12. Passo Cereda:
Dopo la discesa dalla Forcelle Aurine, all'altezza di Gosaldo parte il tratto finale del passo Cereda. Saranno 8 i km da scalare con all'interno un breve tratto in contropendenza che ci farà riposare. Sarà un ascesa irregolare con tratti molto ripidi alternati a tratti quasi in falsopiano. L'altimetria allegata è riferita all'intero passo che parte da Ponte Mas. Tenete in considerazione solamente gli ultimi 8 km a partire dall'abitato di Gosaldo.


Un bellissimo falsopiano leggermente in discesa a 52/11 pieno mi porta ai piedi del

13. Passo Gobbera
Il passo Gobbera è un valico alpino situato nel Trentino orientale. Collega il comune di Canal San Bovo a Imèr. Si pone, quindi, tra la valle del Vanoi e il Primiero. Prima della costruzione della galleria del monte Totoga era l’unico collegamento tra le due valli, ora è diventato un luogo tranquillo e poco trafficato.

Il passo si trova a 989mt slm. Salendo da Canal San Bovo, il paesaggio offre una vista di ampie superfici di pascoli interrotte da piccoli gruppi di case.

La notte detta i confini infiniti, Musseu è al settimo cielo, siii ORA riesco a cogliere L' ESSERE, dopo anni di oltre questo è il mio viaggio. 

14. Passo Brocon
Il valico collega le valli dei torrenti Grigno e Vanoi, entrambi appartenenti al bacino del Brenta, mediante una strada asfaltata molto bella e panoramica.

Da Canal S.Bovo si risale il fondovalle fino ad un bivio, dove si lascia la strada per Caoria e si svolta a sinistra per attraversare il torrente ed affrontare una sensibile ascesa; dopo il paesino di Ronco Chiesa (876mt) si affrontano alcuni impegnativi tornanti e si procede in costa con alcuni tratti di dura pendenza; dopo il Pian dei Cavalli (1434mt) si continua in impegnativa salita fino al valico.

Infinito con pendenze  costanti sul 7% , stanco un po assonato reggo fermandomi qualche minuto alla vetta per mangiare qualcosa e togliere il culo dalla sella, umidità alta...-meglio scendere :) 
Nella discesa continui colpi di sonno mi fanno decidere che a fine discesa meglio staccare un'attimo , i classici 5 minuti da poter chiudere gli occhi, detto/fatto , ore 3 del mattino 21 ore che pedalo , prima panchina mi butto sopra e chiudo gli occhi....si sta benissimo, 10 minuti volano e Musseu riparte, il Manghen mi aspetta e come promesso a Walter, l'alba sarà nostra lassù , tutto scritto e da copione programmato.

15. Passo Manghen 
Siamo al punto più basso della Randolomitics. Da Telve vi aspettano quasi 1600 metri di dislivello. Uno dei più famosi passi Dolomitici. Questa salita, sebbene la lunghezza (23 km) abbassi al 7% la pendenza media, non risparmia tratti veramente impegnativi, soprattutto nel finale (pendenze anche al 15%).
Il paese di Telve è situato a 640mt slm e si raggiunge in quattro impegnativi chilometri da Borgo Valsugana (380 metri).
La strada che porta al passo si insinua dalla Valsugana in tutta la val Calamento e conduce ai 2050mt slm dove si scollina ed inizia il versante fiemmano del passo Manghen.
Le pendenze medie nei vari tratti sono costantemente impegnative lungo tutta la salita e veramente severe nei tre chilometri finali (media di tratto che infatti supera il 10%).
Superato Borgo Valsugana  invece le pendenze si mantengono generalmente intorno al 5-7%. Respiro per un falsopiano tra i chilometri 8 e 10.

Volo sto benissimo e la gamba si è ripresa, arrivo velocemente agli ultimi 5 chilometri, dove le primi luci impietosamente spengono il motore e rilevano la via crucis che mi aspetta, quel dente in meno preme forte sui muscoli, comincio a zigzagare, clima perfetto e panorama che da forza ...Walter richiama dentro di me e si scollina.
Ore 6 sono sopra emozione allo stato puro una timida lacrima ringrazia, un'abbraccio virtuale scatta una foto ricordo di quell'attimo divino.

Freschina la discesa ma giusta per ritemprare i muscoli, sonno, fame e dislivello dettano  i confini, passo lento e costante, fatto di volontà esperienza e divertimento.
Primo panificio aperto ore 8 mangio un mega panino che mi porterà alla fine del viaggio.
Prima del  

16. Aldino - Montesanpietro:
Al termine della discesa lunga circa 10 km su strada molto veloce e con una carreggiata molto ampia inizia, svoltando a destra, la salita per Montesanpietro. Attraversato il ponte di Aldino la salita inizia subito con pendenze prossime al 10% e rimarranno cosi per tutta la prima metà della salita. Solo nella parte finale si potrà respirare un attimo e godersi il panorama che queste vallate offriranno. La salita è interrotta da un breve tratto in discesa di circa 3 km che ci fanno riposare prima dell'ultimo strappo per raggiungere il paese di Ponte Nove dove inizieremo la discesa per il passo di Lavazè e la nuova salita del passo di Pampeago dal versante Alto Atesino di Obereggen.


CHI RITROVO ?  Uno dei due Sloveni bello cucinato che si rifocilla prima di affrontare le ultime asperità, l'altro mi dice che è da poco partito.
Mi fermo mi svesto e lo invito a ripartire con me. Ok si riparte , siamo alla frutta ma si pedala e scolliamo senza tanti problemi.
Foto di gruppo :) e dolcemente percorriamo i pochi km che ci dividono dal 

17. Passo Lavazè 
Appena defilato dall’area dolomitica "classica" (quella, per intenderci, al cospetto del gruppo del Sella e delle vallate ladine), il Passo di Lavazè rappresenta, a mio parere, una delle più difficili salite della zona.
Il passo è caratterizzato da una ascesa "a scalini" molto irregolare che non permette di prendere un ritmo costante lungo i 12 km dell'ascesa dove si toccano punte anche del 12%. A questo punto della prova il passo Lavazè vi metterà a dura prova ma forza, siete al termine di questa grande prova manca solo un ultimo grande sforzo.

7 km mi attendono per arrivare alla vetta, i primi 4 sono disumani, pendenza costante all'11% dove  il povero Blaz' si scioglie come neve al sole, sparito !!!
Discesa spettacolare verso Cavalese dove mi fermo e  mi getto dentro in una fontana, il caldo si fa importante e Pampeago mi aspetta :) 
Timbro a Tesero ore 11.30 , 12 km mi aspettano per arrivare alla fine 

18. Passo Pampeago 

Eccoci all'ultima ascesa del percorso, il temutissimo passo di Pampeago. I 3,5 km da Tesero al bivio sono abbastanza duri con un tratto oltre il 10 %. In totale sono 11 i km da Tesero all'arrivo che sarà posto al Passo di Pampeago raggiungibile attraverso gli ultimi 3 km lungo le piste da sci invernali. I km più impegnativi sono nella parte centrale con un tratto al 18% di pendenza! 
Al traguardo vi attenderemo per festeggiare il vostro arrivo! 

Avverto già da subito che sarà un calvario, di quelli cercati, voluti, qui ritrovo Loretta in macchina che mi aspetta, grande come sempre, ritemprata dopo l'impresa di ieri....siii fratelli ha finito il Fiemme, veramente grande la ragazza.
Uno sguardo tra noi e gli dico " aspettami lassù che arrivo"
Nel salire un gruppo di noiosi cialtroni ciclisti, mi prendono di mira e continuano commentare, si fermano, mi riprendono e cosi via, lascio fare e passo...mi concentro sulla baita e lo splendido paesaggio, dopo il paese spiana un po, il dente si fa meno duro e le gambe riprendono a girare verso Maurizio, Loretta, Michael. siiii loro anime libere e una splendida baita ad aspettarmi con un lauto pranzo :) il mio attimo Dolimitico si conclude pochi minuti all'una di pomeriggio in 31 ore, 470 km...14.000 metri di dislivello.
Prima di me di 10 minuti è arrivato il fortissimo Anz'e , complimenti a lui, Blaz' arriverà dopo un'ora  circa mentre io scendevo, un'abbraccio tra noi con un sorriso "d'amore".
Complimenti a tutti i ciclisti che hanno partecipato alla Dolomitics una grande prova veramente dura......GRANDIIIIII
Consiglio a tutti quei ciclisti che amano le salite e le dolomiti di vivere un'esperienza cosi emozionante..con poca spesa cullati da Dolomitics :) 

Grazie Dolomitics...grazie Dolomiti.

Complimenti, siete al traguardo di una delle Randonnèe

più dure d'Europa....e io aggiungo BELLE, MAURIZIO !!!


 

Dolomiti....amore in rosa che si innalza in un cielo di 


Emozioni 

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